
Ho sempre pensato che Facebook
fosse un mezzo molto utile per persone che vivono in zone isolate, tanto per
intenderci in Alaska o in certe aree del Canada o degli Stati Uniti, dove il
vicino vive a 30 km. di distanza; credevo che, in questi, disperati casi,fosse
un’opportunità per le persone senza possibilità di socializzazione, ma mi
sbagliavo. Mi sbagliavo perché non avevo fatto i conti con la stupidità e con la dilagante asocialità umana: questi
due elementi fanno sì che del tuo vicino di casa o dell’amico di sempre non te
ne freghi più di tanto, che cammini per strada col braccio destro quasi
ingessato a fissare lo smart-phone, che non te ne freghi nulla di quel che ti
succede accanto ma che appaia (e sottolineo, appaia) MOLTO coinvolto dai post
di persone che neanche conosci.
Si sa che l’Italia, come altri
Paesi, è fortemente condizionata dagli USA, specialmente nelle mode più cretine
e, riguardo a Facebook e al web in generale, così è.
Fatto sta che il succitato
programma mostra come dei disperati (o cretini, mettetela come vi pare) si
‘innamorino’ di persone conosciute tramite i social-network e, tutto questo,
senza averle mai viste di persona e nemmeno ‘conosciute’ su Skype o su altri
supporti che permettano di vederle, se così si può dire, ‘dal vivo’.
Sono relazioni che spesso durano
anni, con promesse di matrimonio (…) , con progetti di trasferimento, con
giuramenti di eterno amore.
Dopo chat infinite e telefonate
chilometriche, ovviamente uno dei due (cioè il pollo o la gallina) chiedono
giustamente un incontro e, voilà, ogni volta che l’appuntamento è stabilito, l’altro/a
è assente per ragioni quasi sempre uguali: disgrazie di famiglia (è morto
improvvisamente il padre, la madre ha avuto un ictus, la persona stessa è stata
arrestata per qualche motivo, la nonna ha avuto un episodio di emorroidi emorragiche,
etc.).
La demenziale situazione va avanti per anni e,
molti, si rivolgono agli autori del programma Nev Schulman (che ha vissuto un’esperienza simile) e Max
Joseph, il regista dello show.
I due fanno indagini in Internet
per scoprire, il più delle volte, che l’agognato amore si finge uomo ed invece
è donna o viceversa, che si presenta su Facebook con foto ‘rubate’ che lo
mostrano come un figo palestrato o una gran gnocca e invece è un bidone o una
balena con 60 chili di sovrappeso.
Ovviamente i ‘polli’ rimangono di
merda, avendo proiettato tutti i loro desideri su una foto che ritraeva
un’altra persona, ma le domande sono: possibile che ci si possa innamorare di
una foto? Possibile che si creda per anni a scuse assurde per evitare un
incontro? Possibile che i meccanismi ‘tipici’ dell’amore – come lo sguardo, la
postura, l’odore- siano completamente rimossi in nome di una ‘figurina’ degna
della collezione Panini?
Beh, sono contenta di essere
italiana, sono contenta di connettermi poco a Facebook, sono contenta di essere
una che si guarda intorno e presta più attenzione a chi passa per la strada
piuttosto che a quelli che mi chiedono ‘l’amicizia’ (…).
© Danila Faenza
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