Ora che siete satolli delle
libagioni natalizie, lancio una sfida: questo è un blog di cultura e il cibo è cultura perché ci parla del
territorio, delle sue risorse, delle sue tradizioni. L’Italia è un Paese molto
piccolo, ma estremamente ricco di paesaggi, climi, tradizioni. Per non parlare
del resto del mondo, che è un territorio sconfinato.
Sono italiana, emiliana, di
Bologna, e so che la tradizione del pranzo natalizio è abbastanza diversa
addirittura da famiglia a famiglia, figuriamoci se ci espandiamo…
La sfida, quindi, è quella di
raccogliere le tradizioni della città, della città allargata alle campagne; e
poi all’Italia, all’Europa, al resto del mondo.
Tanto per cominciare, c’è chi fa
il cenone del 24 e chi il pranzo del 25 (se li fate tutti e due fate parte di
una famiglia bulimica), ma non formalizziamoci.
Cominciamo dal minimo, cioè dal
mio pranzo di Natale tradizionale:
1)
gli antipasti sono due: crostini di pane al latte (tipo
pane da toast ma al latte: a Bologna si trovano solo in uno dei più antichi
panifici bolognesi, nel Quadrilatero): i crostini si friggono nel burro; quando
sono freddi, si spalmano di burro misto ad acciughe dissalate; l’altro antipasto
è costituito dalla galantina, composto a base di carne di pollo, accompagnata
da maionese;
2)
il piatto forte, ovviamente, sono i tortellini (non
chiedetemi la ricetta perché gli ingredienti sono sempre gli stessi, ma
cambiano le proporzioni e la qualità: questo fa la differenza.) I tortellini
vanno cotti rigorosamente in brodo:
riempite a 3/4 una pentola molto capiente con acqua fredda, cui aggiungerete
una costa di sedano, una cipolla, una carota, un piccolo pomodoro, un ciuffo di
prezzemolo e una crosta di parmigiano reggiano. Poi aggiungerete carni di bue:
ossobuco, lingua, girello, doppione; a seconda della quantità di brodo
desiderata, un quarto o un mezzo di gallina.
3)
il secondo è composto dal carrè di bollito (cioè la
carne che avete usato per fare il brodo) e cotechino e/o zampone;
4)
il cotechino e lo zampone sono accompagnati da purè di
patate; il misto di bollito, invece, da salse varie: a) conserva tripla di pomodoro (di una famosa
marca parmigiana); b) salsa verde, costituita da un pesto di prezzemolo, aglio,
capperi, acciughe sott’olio e uova sode triturate; c) mostarda di Cremona
(misto di frutta conservata nella senape); d) friggione (salsa tipica di
Bologna costituita da cipolle soffritte in olio a cui va aggiunto abbondante
pomodoro a pezzi; il tutto va fatto bollire almeno per mezz’ora)
5)
Il dolce, se siete ancora vivi, è il certosino o il
panone e, se volete la ricetta, leggete qui: http://www.bolognawelcome.com/ristoranti/tradizione-culinaria/params/Luoghi_992/ref/Certosino%20di%20Bologna
Ecco, adesso,
se volete, in qualsiasi parte del mondo siate, mandate le vostre ricette a danila.faenza@gmail.com:
saranno pubblicate col vostro nome o, se preferite, anonimamente (specificatelo).
Aggiungete : nazionalità, Paese e Stato
(se siete stranieri), luogo di residenza; luogo di origine della
famiglia. Ovviamente sono graditi aneddoti riguardanti le tradizioni locali per
il pranzo di Natale.
Grazie in
anticipo.
@ Danila Faenza
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