Vent’anni fa, presumibilmente tra
l’11 e il 12 maggio, Mia Martini ci lasciava, consapevolmente o no . Nello
specifico a me non interessa, come non mi interessa la causa scatenante. So
solo che, per la prima e unica volta nella mia vita, ho pianto per la perdita
di un personaggio pubblico e questo non perché sia cinica ma perché, per come
sono fatta, le emozioni devono essere davvero molto forti per esprimerle col
pianto.
Per me Mia Martini era e sempre
sarà unica. Se mi chiedete il perché non so spiegarlo, se non con le parole di
Sant’Agostino, che affermava “Chi canta prega due volte”, perché il
canto,se ci pensiamo bene, è la prima forma d’arte in quanto realizzabile senza
altri strumenti che non siano il corpo umano: noi possiamo realizzare una
melodia, una musica nella nostra mente e riprodurla con le corde vocali, senza
bisogno di parole, di segni disegnati, di strumenti tecnologici. Perfino la
danza, espressa col corpo, necessita di una musica o di un ritmo ‘interno’.
Poi, rispetto a questo, ci sono i
‘puristi’, i ‘tecnici’ o, come si dice oggi, i ‘coach’; sta di fatto che il
brano che qui Mimì canta, era già stato cantato da altri, ma nessuno era (e,
credo, mai sarà) capace di esprimere il senso più profondo della canzone, testo
e musica unite: la forza di Mia Martini era quella di trasmettere, attraverso
la voce, il vissuto di un’anima. La perfezione (?) tecnica di altre interpreti
può essere gradevole, ma spesso fredda e/o monocorde. Di Almeno tu nell’universo sono
state fatte alcune cover, ma deludenti per chi amava e ama la visceralità di
Mimì, visceralità dovuta anche (ma non
solo) ad esperienze forti, ad una vita difficile, alla capacità di trasmettere
al pubblico una forza, un’energia, un sentimento, un dolore.
Mia Martini ci manca. Manca a me
come a migliaia di suoi fans, che di lei recepivano la profondità, la
sensibilità, l’intelligenza emotiva, virtù sempre meno apprezzate.
Voglio ricordarla con questo splendido
brano, scritto dal suo ex Ivano Fossati, canzone che- cantata da lei e solo da
lei- comunica la disperazione di chi sa, sente che, nonostante le parole dette,
‘il dolore non passerà ’. Ma ora, speriamo, è certamente passato.
Ciao Mimì, ti vogliamo bene.
© Danila Faenza
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