Venerdì
scorso Rai Uno ha trasmesso la prima puntata di Ora
o mai più, un
programma che indaga sulle ragioni per cui alcuni cantanti che hanno
avuto un grande successo siano poi scomparsi dalla
scena.
Al
momento non scriverò su questo, ma
vorrei riflettere sul fatto che, a volte, non si riconoscono le
qualità di una canzone o di un interprete. Tra i partecipanti allo
show, Alessandro
Canino, che
si presentò al Festival di Sanremo nel 1992 con Brutta,
scritta da Bruno Zucchetti e Beppe Dati (autore
anche per Marco Masini) e
la canzone non mi entusiasmò, probabilmente per età e pregiudizi.
Eppure l’altra sera, riascoltandola, ho pensato alle tante
adolescenti che soffrono per non essere conformi ad uno stereotipo di
‘bellezza’: troppo grasse, troppo magre, troppo anonime, troppo
inadeguate.
Ad
una certa età, è vero, queste sembrano stupidaggini, ma spesso ci
dimentichiamo del nostro passato e lo minimizziamo, specialmente
se non abbiamo rapporti con adolescenti.
Ma
a distanza di tanti anni, lavorando con ragazzi/e, mi rendo conto di
come l’essere fuori dal coro e dagli stereotipi possa ferire i
ragazzi e del perché questa canzone, aldilà della melodia
accattivante, sia rimasta nella memori
di tanti: se l’inadeguatezza si accompagna ai (pre)giudizi dei
coetanei, può essere letale, ma solo con l’età e l’esperienza
si impara che l’essere amate è indipendente dalla bellezza
stereotipata, da come ci si pone, da come ci si veste.
L’amore
è cieco, è vero, ed è indipendente dalla nostra volontà.
Cercate
l’amore e non l’ammirazione, ragazze.
Ps:
nella seconda parte del video si vede un bellissimo volto di donna,
che a me sembra quello di Alessandra Appiano, a cui dedico questo
post.
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