Spesso, davanti alla crescita esponenziale di alcune malattie, ci si chiede il perché.
Rispetto ai tumori, per esempio,
è chiaro che, rispetto al passato, i motivi sono molteplici: a) impossibilità,
nel passato, di diagnosticare la malattia, da cui deriva –statisticamente-
un aumento solo teorico; b) cambiamenti
ecologici, specie nelle metropoli dove le emissioni delle fabbriche e l’inquinamento dovuto al traffico sono
elementi importanti; c) le abitudini alimentari, che sempre più frequentemente
sono dannose per vari tipi di patologie; d) variabili individuali dovute alla
genetica, allo stile di vita, etc.
Tuttavia, a volte, ci sono
enunciazioni assurde, come quelle che lessi, anni fa, rispetto al tumore al
seno, in una struttura sanitaria pubblica della mia città.
Secondo questo vademecum i rischi
, per questo tipo di tumore, aumentavano nel caso di:
a)
sviluppo precoce
b)
sviluppo tardivo
c)
gravidanze multiple
d)
gravidanza tardiva
e)
nessuna gravidanza
f)
aborti spontanei o procurati
g)
contraccezione orale (leggi: pillola
contraccettiva e/o assunzione di ormoni, cura che spesso viene prescritta per
patologie ginecologiche)
h)
allattamento al seno
i)
gravidanza senza allattamento al seno
j)
menopausa precoce
k)
menopausa tardiva
l)
familiarità (cioè casi di tumore al seno in
famiglia)
m)
fumo (che, potremmo dire, fa male per qualsiasi
cosa)
n)
alcool (idem)
o)
mancata prevenzione (anche se poi, purtroppo,
aumentano i casi di donne giovanissime che non avrebbero, in teoria, nessun
motivo di prevenire o donne adulte che, pur prevenendo, si ammalano)
In conclusione: quale donna non rientra in questa categoria?
Sembra essere uno di quei casi in
cui, praticamente, come ti muovi ( o non ti muovi) sbagli.
In questa sorta di ‘politica del
terrore ’ manca però un’analisi generale che spieghi come mai tutte queste
tipologie di donne, nel passato, non si siano ammalate di tumore al seno o che, perlomeno, siano
decedute per altre patologie.
Lo stesso dicasi rispetto al
tumore della prostata, praticamente endemico negli uomini (purtroppo anche
giovani, intendendo la fascia generazionale dei cinquantenni).
Ebbene, un documentario americano
mi ha aperto gli occhi su queste patologie così specifiche: si tratta di Bag
It di Jeb Barrier, un documentario del 2010 che spiega gli effetti (impensabili) e dannosi
della plastica: tra questi, l’aumento dei tumori al seno e alla prostata.
I nostri Comuni, invece, ci
spingono a riciclare questo prodotto (probabilmente con ulteriori danni
ambientali) sostanzialmente dannoso. Non è questa la strada, a quanto pare…
Ovvero, è la strada dell’industria, non quella della salute.
© Danila Faenza
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